domenica 13 novembre 2011
Trebisacce-13/11/2011:Inaugurato il monumento alla medaglia d’oro Alfredo Lutri
Inaugurato il monumento alla medaglia d’oro Alfredo Lutri
Trebisacce, 4 novembre 2011. E’ stato inaugurato il monumento a bersagliere Alfredo Lutri, medaglia d’oro al valor militare. Nel corso della cerimonia è stato detto che “Lutri ha dato onore, dignità e una eredità storica alla nostra città”, quindi ha meritato anche un commosso requiem da parte della nostra comunità. Allo stesso Caduto in guerra era stato dedicato il Corso principale e il campo sportivo di Trebisacce. Ora, ognuno che passa per corso Alfredo Lutri potrà ammirare questo doveroso ricordo e potrà dire: “questa è la città del medagliato d’oro”.
In questo particolare 4 novembre, mi è toccato anche l’onore di portare la nostra bandiera tricolore; ne sono fiero, come cittadino e come ex combattente della seconda guerra mondiale. Quando sono stato eletto presidente dell’Associazione Reduci e Combattenti ho lanciato l’appello a realizzare proprio un monumento ad Alfredo Lutri e ho cercato di ricostruire tutta la storia del bersagliere medaglia d’oro. Il 4 novembre 2011, per mancanza di tempo, non potevo leggerla integralmente; mi sono limitato a comunicare solo una parte di essa: “ . . . prima di morire, il nostro eroe Alfredo Lutri disse al suo Capitano Leone: - Portate la mia camicia insanguinata alla cara e sfortunata mamma; la metterà nella mia bara; per ricordo, portatele anche un bacio-. Il Capitano eseguì il desiderio espresso dal soldato trebisaccese e consegnò la camicia alla mamma Giuseppina Costa, la quale non poteva fare altro che versare, con cuore affranto, le sue disperate lacrime, perché il suo dolore immenso è lo stesso di quello di tantissime altre mamme dei nostri Caduti. Questa storia di Alfredo Lutri l’ho mandata al concorso di poesia svoltosi all’Aquila ed’è stata premiata con diploma d’onore e medaglia dorata. Il mio personale apprezzamento, riconoscimento e ringraziamento, ben meritati, vanno allo stimatissimo cardiologo Leonardo Odoguardi e al cavaliere Umberto Stefani, presidente dell’Associazione Bersaglieri di Lucca. Sento di rivolgere un altro doveroso ringraziamento all’intera Amministrazione comunale, guidata dall’ architetto Mariano Bianchi, a cui dobbiamo riconoscere il merito di aver dotato la nostra cittadina di una villetta comunale che porta il nome del nostro eroe. Inoltre, ritengo ringraziare i consiglieri provinciali Franco Mundo e Giuseppe Ranù e l’Associazione Nazionale dei Combattenti e Reduci di Roma per il contributo datomi per la realizzazione del monumento. Ai cittadini, autorità militari e civili tutte, comunico con sentito orgoglio che l’Associazione Nazionale Reduci, dalla Prigionia dell’Internamento della Guerra di Liberazione di Roma, in occasione del 4 novembre 2011, tramite il Presidente Esecutivo prof. Enzo Orlanducci, ha donato una targa ricordo in memoria di Domenico Malatacca, consegnata al di lui fratello maggiore cav. Giuseppe Malatacca. Tale riconoscimento si aggiunge agli altri già ottenuti dal Ministero e dal Presidente della Repubblica. Voglio concludere con un saluto cordiale a tutti quelli che sono stati presenti alla manifestazione del 4 novembre.
(Il presidente dell’Associazione Combattenti e Reduci di Trebisacce Michele Lofrano)
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martedì 8 novembre 2011
venerdì 4 novembre 2011
Trebisacce-04/11/2011: Inaugurazione del Monumento all'eroe Alfredo Lutri
Foto di Dante Brunetti
INAUGURAZIONE DEL MONUMENTO ALL’EROE ,MEDAGLIA D’ORO, ALFREDO LUTRI.
Oggi 4 novembre 2011 è stato inaugurato il monumento del medagliato d’oro al valor militare Alfredo Lutri che ha dato onore e dignità alla nostra città. Un requiem va al Bersagliere Alfredo Lutri,medagliato d’oro, a cui il corso principale e il campo sportivo gli è stato intitolato e una eredità di storia a Trebisacce ha lasciato. Ognuno che passa dal corso Alfredo Lutri lo ammira con tanto amore e dice:” Questa è la città del medagliato d’oro”. Io ho portato la nostra bandiera e ne sono fiero. La nostra bandiera tricolore ha fatto furore ed è ricca di trionfi e di onori. Quando sono stato eletto presidente dell’associazione Reduci e Combattenti la prima cosa che ho detto in pubblico, in occasione del 4 novembre dinanzi al monumento dei caduti, è stata quella di realizzare un monumento ad Alfredo Lutri. Io ho ricostruito tutta la storia del bersagliere medaglia d’oro ma oggi per mancanza di tempo non posso leggervela e mi limito a comunicarvi solo un passaggio commovente. Prima di morire il nostro eroe Alfredo Lutri disse al suo Capitano Leone:” Portate la mia camicia insanguinata alla mia cara mamma sfortunata e per ricordo un bacio gli portate”. Il Capitano eseguì il desiderio espresso dall’eroe e consegnò la camicia alla mamma Giuseppina Costa. Quante lacrime ha versato la mamma con il cuore affranto dall’immenso dolore! E infine disse ai suoi familiari: “Quando morirò questa camicia la metterete nella mia bara così la terrò cara cara.”. Io tutta la storia l’ho mandata al concorso di poesia ad Aquila e la giuria me l’ha premiata con Diploma d’Onore e medaglia dorata. Io da presidente agisco solo per amor di patria. Il mio personale apprezzamento e riconoscimento va oggi per l’impegno profuso nella realizzazione del monumento, costruito a Lucca, allo stimatissimo cardiologo Leonardo Odoguardi e al Cav. Umberto Stefani, presidente dell’associazione Bersaglieri di Lucca, a cui vanno i ringraziamenti più sentiti e meritati. Ancora un ringraziamento doveroso sento di rivolgerlo all’intera amministrazione comunale, guidata dal sindaco Arch. Mariano Bianchi, a cui dobbiamo riconoscere il merito di aver dotato la nostra cittadina di una villetta comunale che porta il nome del nostro eroe. Ancora un ringraziamento sento di rivolgerlo al Consigliere Provinciale Franco Mundo e all’Associazione Nazionale dei Combattenti e Reduci di Roma per il contributo datomi che ha contribuito alla realizzazione del monumento. Cittadini, autorità militari e civili tutte. A voi con sentito orgoglio comunico che l’Associazione Nazionale Reduci dalla Prigionia dall’Internamento dalla Guerra di Liberazione e loro familiari di Roma in occasione del 4 novembre 2011, tramite il Presidente Esecutivo, Prof. Enzo Orlanducci, ha donato una Targa Ricordo in memoria di Malatacca Domenico al fratello maggiore Cav. Giuseppe Malatacca. Tale riconoscimento si aggiunge agli altri già ottenuti dal Ministero e dal Presidente della Repubblica. Un saluto cordiale a tutti i presenti dal presidente dell’associazione reduci e combattenti di Trebisacce.
(Michele Lofrano)
INAUGURAZIONE DEL MONUMENTO ALL’EROE ,MEDAGLIA D’ORO, ALFREDO LUTRI.
Oggi 4 novembre 2011 è stato inaugurato il monumento del medagliato d’oro al valor militare Alfredo Lutri che ha dato onore e dignità alla nostra città. Un requiem va al Bersagliere Alfredo Lutri,medagliato d’oro, a cui il corso principale e il campo sportivo gli è stato intitolato e una eredità di storia a Trebisacce ha lasciato. Ognuno che passa dal corso Alfredo Lutri lo ammira con tanto amore e dice:” Questa è la città del medagliato d’oro”. Io ho portato la nostra bandiera e ne sono fiero. La nostra bandiera tricolore ha fatto furore ed è ricca di trionfi e di onori. Quando sono stato eletto presidente dell’associazione Reduci e Combattenti la prima cosa che ho detto in pubblico, in occasione del 4 novembre dinanzi al monumento dei caduti, è stata quella di realizzare un monumento ad Alfredo Lutri. Io ho ricostruito tutta la storia del bersagliere medaglia d’oro ma oggi per mancanza di tempo non posso leggervela e mi limito a comunicarvi solo un passaggio commovente. Prima di morire il nostro eroe Alfredo Lutri disse al suo Capitano Leone:” Portate la mia camicia insanguinata alla mia cara mamma sfortunata e per ricordo un bacio gli portate”. Il Capitano eseguì il desiderio espresso dall’eroe e consegnò la camicia alla mamma Giuseppina Costa. Quante lacrime ha versato la mamma con il cuore affranto dall’immenso dolore! E infine disse ai suoi familiari: “Quando morirò questa camicia la metterete nella mia bara così la terrò cara cara.”. Io tutta la storia l’ho mandata al concorso di poesia ad Aquila e la giuria me l’ha premiata con Diploma d’Onore e medaglia dorata. Io da presidente agisco solo per amor di patria. Il mio personale apprezzamento e riconoscimento va oggi per l’impegno profuso nella realizzazione del monumento, costruito a Lucca, allo stimatissimo cardiologo Leonardo Odoguardi e al Cav. Umberto Stefani, presidente dell’associazione Bersaglieri di Lucca, a cui vanno i ringraziamenti più sentiti e meritati. Ancora un ringraziamento doveroso sento di rivolgerlo all’intera amministrazione comunale, guidata dal sindaco Arch. Mariano Bianchi, a cui dobbiamo riconoscere il merito di aver dotato la nostra cittadina di una villetta comunale che porta il nome del nostro eroe. Ancora un ringraziamento sento di rivolgerlo al Consigliere Provinciale Franco Mundo e all’Associazione Nazionale dei Combattenti e Reduci di Roma per il contributo datomi che ha contribuito alla realizzazione del monumento. Cittadini, autorità militari e civili tutte. A voi con sentito orgoglio comunico che l’Associazione Nazionale Reduci dalla Prigionia dall’Internamento dalla Guerra di Liberazione e loro familiari di Roma in occasione del 4 novembre 2011, tramite il Presidente Esecutivo, Prof. Enzo Orlanducci, ha donato una Targa Ricordo in memoria di Malatacca Domenico al fratello maggiore Cav. Giuseppe Malatacca. Tale riconoscimento si aggiunge agli altri già ottenuti dal Ministero e dal Presidente della Repubblica. Un saluto cordiale a tutti i presenti dal presidente dell’associazione reduci e combattenti di Trebisacce.
(Michele Lofrano)
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sabato 29 ottobre 2011
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martedì 4 ottobre 2011
Trebisacce-04/10/2011: San Michele festeggiato dalle associazioni
Trebisacce:04/10/2011
Una serata sociale speciale dedicata ai festeggiamenti di due soci in occasione del loro onomastico:Michele Lofrano e Michele Cammarota. E sono scese in campo ad accoglierli ben tre associazioni:Unitre (presidente Aino Pietro),Età Serena (Bice Calvosa) e Passaggi (Caterina De Nardi). Tre associazioni e un solo obiettivo: valorizzare e dimostrare apprezzamenti per due soci. Ecco le associazioni e i soci uniti in una famiglia, certamente allargata, ma ricca di tanto amore e di solidarietà. Ogni martedì si riuniscono questi ex giovanotti e ex signorine, ma gli ‘anta’ non si notano perché ognuno concorre, per come può, a rendere piacevole la serata agli altri. Pietro Aino riflette a voce alta sulla gita appena conclusa alle Grotte di Pertosa e di quella alla Certosa di Padula e per tutti rimane un lieto ricordo. Un gioiello della natura e un gioiello dell’uomo,chiosa simpaticamente Aino e annuncia gli altri appuntamenti in programma. Caterina De Nardi ringrazia e saluta tutti e aggiunge:” Dobbiamo essere grati a questi poeti nell’animo; in tanti pensiamo cose belle ma poi non scriviamo e resta il nulla dei bei pensieri e dei sogni”,è con questo passaggio che ha introdotto e invitato alla lettura Michele Lofrano, il poeta delle tradizioni, della memoria storica albidonese, dei racconti e storielle simpatiche che fanno rivivere personaggi ormai scomparsi. E così il Lofrano inizia con la sua prima poesia:”A Tiziana” e subito dopo “Storia del mio paese bello”. Un corale applauso serve a gratificare l’87enne poeta e socio fondatore dell’Età Serena. A leggere ancora un poesia del Lofrano è Caterina De Nardi con “Un gita dell’età serena” nella quale si ricorda il Prof. Domenico La Teano,uomo di grande cultura e umanità che tanto ha dato alle associazioni e ai soci tutti. Un passaggio bello per rinverdire la memoria ,ma anche ricco di emozione. A porgere gli Auguri ai due soci anche la Signora Murro Antonietta che con un lessico semplice e penetrante riesce a carpire l’attenzione di tutti i presenti a cui regala anche la lettura di una preghiera a tema. E’ quella tipica donna colta che in ogni occasione riesce a trovare le parole giuste per rasserenare i cuori e rendere le persone serene. Michele Cammarota, spiega l’etimologia degli Arcangeli: Michele,Gabriele e Raffaele. Dal festeggiamento delle persone agli arcangeli un bel passaggio che solo un persona con un livello culturale consolidato poteva creativamente permettersi. Ma vi è di più. Con il suo inseparabile mandolino inizia con l’intonare l’inno dell’età serena coinvolgendo tutti,proprio tutti. E subito dopo una bella e sentita “Calabrisella” per allietare i cuori. Intanto le pie e laboriose donne iniziano la distribuzione delle pizzette e di un genuino bicchiere di vino. E mentre le note vanno…è proprio l’età della serenità per il fantastico gruppo sempre unito, cordiale e gioioso. Viva la terza età!
Franco Lofrano
mercoledì 3 agosto 2011
lunedì 25 luglio 2011
Trebisacce-25/07/2011: La storia di Vincenzo Rescia (di Michele Lofrano)
La storia di Vincenzo Rescia, nato nel 1840, di Alessandria del Carretto.
Ricostruita dal PRO-NIPOTE:-Michele Lofrano
La storia del mio bisnonno, Vincenzo Rescia, comincia così:
Era il “massaro” più apprezzato e benestante dell’800 e mentre seminava il grano col “paricchio” a mezzogiorno si fermò a mangiare. ‘Cancaricch e patane che si mangian i guagane’. Dopo mangiato si mise a dormire sotto una grossa quercia. Aveva 15 buoi; 13 hanno fatto la ruota intorno a lui. “U paricch” è rimast ferm nella “versura”, lui dormiva profondamente, i buoi passavano il muggito da bocca a bocca, il figlio –Antonio-dalla masseria l’ha sentito:
-“Ma perché i buoi miei fanno questo muggito?”-“Questo muggito è molto strano, qualche cosa accadrà nella vita umana”. Quando si è svegliato da 13 buoi si è visto circondato, andato dal figlio gli disse:”Antonio vieni vicino a me che ti debbo raccontare quello che ho sognato”. Non sono più io, sono andato con Dio, mi ha insegnato questa via. Mi ha preso per mano e mi ha portato nell’Universo. Ha detto:”Questo è un mistero che anche i miei buoi hanno partecipato ad una storia vera”. Antonio stai ad ascoltare che sono cose da non dimenticare. Ti dò la benedizione che ti manda il Signore. –“Oh, “Tato” se l’ho meritato dammi la vita eterna e sii lodato”. –“Figlio mio è un’esagerazione! Viviamo nel tempo e poi nell’eternità.”.
Da quel momento guariva tanta gente. Lo chiamavano il “medico di campagna”. Cose belle che sono rimaste nella storia. Io che mi interesso di queste storie antiche non voglio che si perdono queste doti umane. Io non sono un chiromante, né un chiaroveggente, voglio che lo sappia tutta la gente che il mio bisnonno era chiaroveggente e quando una persona nasceva tutto gli diceva. Niente ha sbagliato che è stato tutto constatato. Ha letto la mano a mia madre. Ella mi raccontava sempre:”Mi ha letto la mano “tarann mii” retto e corretto. Tutto perfetto niente niente ha sbagliato, tutto ha indovinato”. Mi diceva, ancora, mia madre:”Quando è nata mia sorella Domenica lui esisteva ancora. Erano nella masseria di “còzzaro” il padrone era il dottor Pucci di Amendolara, Lui era al piano terra e la nuora partoriva al piano di sopra. Domandava ai nipoti: “E’ nato guaggliù?”--Non ancora tarà!!-“Peccato, peccato se fosse nata in questo momento la sua costellazione era una donna fortunata!”. Dopo un po’ di tempo:”-“E’ nata tarà, è nata tarà!!”
-“Non aviss mai nata! Che questo è un momento maledetto destinato di stare tre anni a funn i liett!”-Questo l’ho constatato io che ero ragazzino e lo ricordo bene che gridava disperato sul letto notte e giorno dopo i tre anni morì giusto come gli aveva detto u tarann.
Lui era di Alessandria del Carretto e la moglie era della famiglia di “micch u zimmiri” i più ricchi massari di quei tempi. Lui è nato il 1840 e la moglie il 1843. Nipote del prete Cinquecento era troppo intelligente. Ha fatto “u mulin” ad acqua in ped a valle; in paese la filanda che è andata sempre avanti. Gli dicevano:”u privit i cinquecento ha fatt u mulin ad acqua in ped a valle ci chiudidi u ciucc e li cavall”, invece la popolazione è rimasta contenta che ha sfamato tanta gente,ecc.ecc.-Quando si sono sposati lo zio prete per fare storia l’ha fatto sedere su una grossa forma di formaggio pecorino. E gli dicevano: “Auguri agli sposini, auguri anche al formaggio pecorino”. Gli sposi hanno risposto:” Pure è buon cà ditt ca sin, ni mangiam li maccarun, pure è buon cà mi ditt ca sini, ni mangiam li maccaruni, pure è buon cà ditti ca sin ,ni mangiam li maccarun cu formagg pecorino!” -Mentre ballavano la tarantella per vedere chi la ballava più bella gridavano tutti insieme e battevano le mani: tilli tò, tilli tò che bella sonata che jè mò! - Al momento che facevano una bella ballata ad un tratto la trave si è spezzata e tutti a basc cu zampugnar sono andati. La ‘zita’ gridava: tilli tò, tilli tò, tilli tò non ballamo più mò! Povir a mii, povar a mii non mi pozz cuccà chiù cu zit mii! -A prima vota che mi ha baciato sono rimasta senza fiato. Mò che siamo andati a finire ndù magazzini, io piango come na bambina.Questa è la storia di due sposini, di Vincenzo e Rosina. Mi è stata raccontata da mia madre, io l’ho ricostruita e l’ho pubblicata. Vi saluto e Vi abbraccio e sono il pronipote di Trebisacce.
Michele Lofrano
giovedì 30 giugno 2011
Albidona-19/06/2011:La Festa di S. Antonio 2011
La Festa di S. Antonio 2011 ad Albidona
La festa di S.Antonio 2011 quest’anno è stata spostata al 19 giugno per le elezioni amministrative che hanno riconfermato a Sindaco Salvatore Aurelio. La tradizionale “n’tinna” è stata più applaudita rispetto agli anni passati, perché, per la prima volta, una donna è riuscita a salire e a conquistare la cima e resterà nella storia delle tradizioni albidonesi. Il suo coraggio e la sua bravura sono stati apprezzati e si tratta della sorella di Caputo. Il secondo partecipante è stato proprio Caputo di 80 anni compiuti. La musica suonava la tarantella e il Caputo a ritmo di musica la ballava sulla ‘n’tinna’ per la gioia della sorella. Viva Caputo che è un uomo risoluto. Sia Caputo che la sorella hanno preso sull’n’tinna le uova dal ‘panariello’ e le hanno buttate alle signore e signorine alle quali hanno sporcato i vestitini. I protagonisti scalatori ci hanno fatto pensare ai tempi passati quando si crepava dalle risate. Viva Caputo e la sorella che hanno allietato una festa bella. Prima della n’tinna c’è stato l’incanto molto ricco. La sera ,poi, a conclusione ci sono stati i cantanti e si sono divertiti tutti quanti. S. Antonio miracoloso il giglio che tu porti è un giglio di purezza e io ti adoro e ti apprezzo. Viva S. Antonio e la Madonna che ci fanno ritornare ogni anno.
Michele Lofrano
Trebisacce
La festa di S.Antonio 2011 quest’anno è stata spostata al 19 giugno per le elezioni amministrative che hanno riconfermato a Sindaco Salvatore Aurelio. La tradizionale “n’tinna” è stata più applaudita rispetto agli anni passati, perché, per la prima volta, una donna è riuscita a salire e a conquistare la cima e resterà nella storia delle tradizioni albidonesi. Il suo coraggio e la sua bravura sono stati apprezzati e si tratta della sorella di Caputo. Il secondo partecipante è stato proprio Caputo di 80 anni compiuti. La musica suonava la tarantella e il Caputo a ritmo di musica la ballava sulla ‘n’tinna’ per la gioia della sorella. Viva Caputo che è un uomo risoluto. Sia Caputo che la sorella hanno preso sull’n’tinna le uova dal ‘panariello’ e le hanno buttate alle signore e signorine alle quali hanno sporcato i vestitini. I protagonisti scalatori ci hanno fatto pensare ai tempi passati quando si crepava dalle risate. Viva Caputo e la sorella che hanno allietato una festa bella. Prima della n’tinna c’è stato l’incanto molto ricco. La sera ,poi, a conclusione ci sono stati i cantanti e si sono divertiti tutti quanti. S. Antonio miracoloso il giglio che tu porti è un giglio di purezza e io ti adoro e ti apprezzo. Viva S. Antonio e la Madonna che ci fanno ritornare ogni anno.
Michele Lofrano
Trebisacce
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giovedì 2 giugno 2011
Trebisacce-31/05/2011: Convegno al Liceo Scientifico sull'Unità d'Italia
L’Unità d’Italia
Oggi 31 maggio 2001, ci siamo riuniti nell’Aula Magna del Liceo Scientifico di Trebisacce, con il Dirigente Scolastico Tullio Masneri e i professori Gianni Mazzei, Concetta Cardamone e Geltrude De Rose e ancora tanti artisti e giornalisti e persone del luogo e di altri paesi vicini per parlare dell’Unità d’Italia. Il grande Garibaldi insieme a questi grandi eroi Camillo Benso Conte di Cavour, Giuseppe Mazzini, Gioberti e Carlo Cattaneo, Cesare Balbo realizzarono il grande sogno di unire l’Italia. Quando Garibaldi e Vittorio Emanuele II si sono incontrati a Teano, con la bandiera in mano hanno gridato:”Noi siamo fieri che abbiamo onorato la nostra bandiera. Viva l’Italia unita!”. Anche i loro cavalli si sono inginocchiati. Noi li ricordiamo sempre e con una forte stretta di mano che gridiamo:”Questi grandi eroi non vanno mai dimenticati che hanno dato la loro vita per avere l’Italia unita!”. I grandi eroi ,i Fratelli Bandiera, sono stati fucilati dai Borboni nel Vallone di Rovito e prima di morire hanno gridato:”Viva l’Italia, Viva l’Italia unita!”. Sono morti, ma continuano a vivere nei nostri ricordi e sulle pagine di storia insieme ad altri grandi eroi. Abbiamo anche un eroe trebisaccese e si chiama Nicola Corigliano e un eroe di Castroregio che si chiama Raffaele Camodeca che meritano un applauso forte che per avere l’Italia unita sono morti. Ad Albidona i Borboni nel 1848 hanno fatto strage forte e in particolare il 23 Aprile,era la Festa di Pasqua, è rimasto nella storia la “Pasqua di sangue”. Il sangue scendeva lungo le ‘infrecciate’, le famiglie piangevano a casa disperate, il notaio Dramissino è stato rinchiuso nelle carceri di Procida e per la disperazione si suicidò. Il Capitano Giambattista Scillo era contro i Borboni e, d’intesa con Garibaldi, di giorno si nascondeva nel bosco della ‘foresta Caccia’ e di notte si nascondeva nella masseria di ‘Gacci’. Il Capitano si costruì un bastone di ulivo per appoggiarsi e un giorno quando arrivò dinanzi la masseria il bastone sprofondò nel terreno melmoso, perché pioveva a dirotto e non riuscì a tirarlo più fuori. Quel bastone restò lì conficcato nel terreno e vegetò divenendo con gli anni un ulivo secolare e sempre fiorito e dicono gli albidonesi che:”Questo ulivo ha una storia infinita, perché è l’ulivo dell’Italia Unita”. A tutti un caloroso abbraccio dal Presidente dell’associazione dei Combattenti e Reduci di Trebisacce.
Michele Lofrano
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domenica 1 maggio 2011
Trebisacce-01/05/2011: Festa di San Francesco di Paola
Il presidente Michele Lofrano dedica una sua poesia al Santo nella Chiesa Madonna della Pietà (foto del Prof. Dante Brunetti)
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mercoledì 6 aprile 2011
giovedì 17 marzo 2011
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