mercoledì 16 febbraio 2011

Trebisacce-16/02/2011:LEGGENDA E STORIA DI ALBIDONA

LEGGENDA E STORIA DI ALBIDONA



Mi è stato raccontato dai miei vecchi antenati che l’attuale Albidona si chiamava Monte d’oro e fu fondata dai profughi della guerra di Troia. Dopo dieci anni di guerra che fu vinta grazie allo stratagemma ideato dal famoso Ulisse ed eseguito manualmente dal grande artista Epeo. Quest’ultimo,infatti, costruì un grande cavallo di legno dove,nel ventre, si nascosero tanti guerrieri di Ulisse, che di notte uscirono di nascosto e entrarono in città e, scavalcando le mura, sorpresero i guerrieri avversari. A guerra finita tutti contenti che a Troia dovevano ritornare, la sfortuna volle che guerra e terremoto, tutto ha distrutto. I profughi, mi fu raccontato, stavano per ritornare a Troia, ma un terremoto distrusse Monte d’oro. Da qui, i profughi rimasti, dopo tanto tempo fondarono Albidona. Si narra, ancora, che Podalirio, Macaone e l’indovino Calcante all’alba di un giorno sereno posero a dimora la prima pietra e durante le prime ore di lavoro dissero: “Alba ci dona-Il Sole fiorisce e l’Alba svanisce” poi tolsero la “a” e la “ci” e venne creato il nome di Albidona, che deriva appunto,dall’Alba della prima pietra.
Se sono fesserie la colpa non è mia..!
Nel 1957 in occasione del restauro della Chiesa di S. Antonio ,in Albidona ,trovarono una tabella di quercia di cm 40 x cm 20 e sopra vi si leggeva in latino: “ HOC TECTU MASSENTIO DE RAO FIERI FECIT PRO SUA DEVOTION -DATATA-1070 “ e
questa tabella è stata riposta nella chiesa e gelosamente custodita perché è una storia vera perché è stata vista con i miei occhi. Un’altra legenda, vi racconto, e così mi è stata trasmessa verbalmente dagli stessi miei vecchi antenati.
Sotto il pavimento della Chiesa furono rinvenuti i resti di una donna ancora con i vestiti e con un fazzoletto arrotolato sulla testa che è servito alla sventurata per sollevare la pietra di copertura della tomba perché trattavasi di una morte apparente. Fu seppellita viva!! Pure con uno svenimento allora subito chiamavano “ i sassamuort” e immediatamente si procedeva alla sepoltura del malcapitato. Oggi “i sassamuort” si chiamano “becchini”. Da allora, a causa di più racconti simili si modificò la legge in: “24 ore di tempo per la sepoltura”.
Poi il 1827 il Re di Napoli ,Ferdinando I di Borbone , fece costruire i cimiteri per una degna sepoltura.

Trebisacce, 2011
Michele Lofrano
(Presidente Associazione Combattenti e Reduci)

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