DISCORSO
Trebisacce
Oggi è il 4 novembre 2008. E’ l’anniversario della guerra del 1915-18 con il trionfo e tanta gloria.E’ la giornata della grande vittoria. I nostri soldati hanno combattuto pieni di pidocchi e vestiti lacerati con la bandiera in mano. La nostra bandiera italiana la bandiera tricolore ha fatto furore ricca di trionfi e di onori. Il Re Vittorio Emanuele III ha subito un grande dolore per la ritirata di Caporetto che migliaia di militari sono morti. Il Piave mormorò tinto di rosso scendeva il sangue dei nostri soldati, le famiglie piangevano a casa disperate. Io come nuovo Presidente dei Reduci e Combattenti, l’assemblea ha votato me che io sono un reduce della guerra del ’43 e lo faccio con tenacia e amor di patria e ne sono fiero. Io la prima cosa da fare per la mia iniziativa di fare il monumento ad Alfredo Lutri che ha dato onore e dignità alla nostra città, insieme al sindaco Mariano Bianchi e al vice sindaco Graziano Mandaglio ed altri. Io vi voglio raccontare un pezzo di storia della guerra del ’43 che non tutti la sanno. Io non avevo ancora 18 anni, mi arrivò la cartolina di precetto per la cavalleria di Bagnoli, mi hanno assegnato un cavallo baio. Gli anglo-americani venivano a borbandare la siderurgica di Napoli, noi per fortuna abbiamo scoperto una caverna dei briganti e quando suonava la sirena tutti in quella caverna. Io sono stato ferito al fianco e gridavo disperato ma nessuno di me aveva ‘pietate’. Nella caverna lo spostamento d’aria a capa meja m’è fatta vitrogne, vitrogne. Io mi ero ridotto come una carogna e gridavo: “com’è duro, com’è duro questo maledetto muro!”. E’ durato fino all’otto settembre quando il grande Maresciallo d’Italia Pietro Badoglio fece l’ armistizio siamo rimasti allo sbando senza padroni e senza comandanti. Io e i miei compagni siamo andati nella scuderia, ci siamo presi i nostri cavalli. Io avevo in consegna il mio baio. Ci siamo messi a cavallo per venire a casa, che treni non esistevano, erano distrutte ferrovie, strade e i ponti sino alla Madonna di Pompei. Là c’era un posto di blocco dei tedeschi e ci siamo detti:”Qui si fa la vita o si muore!- i tedeschi ci portano nelle fosse ‘ardeatine’ e ci seppelliscono vivi!”, eravamo alla disperazione alzammo gli occhi al cielo e Dio ci illuminò la mente di andare nelle masserie per chiedere i vestiti da donna e ci hanno accolti come figli ci hanno suggerito di portare un paniere di fichi, uno di pere e uno di uva da regalare ai tedeschi. Ci siamo messi a cavallo vestiti da donna e eravamo così belle, così belle che i tedeschi ci hanno preso per contadinelle e ci hanno lasciati e i cavalli se li hanno pigliati e con questo stratagemma i tedeschi per ‘fiss a mi pigliati’, ma da Dio siamo stati miracolati. La notte dormivamo nelle gallerie e il giorno camminavamo ferrovie, ferrovie. Mentre camminavo io cadij, alzavo gli occhi in cielo e dicevo:” questi sono fioretti che faccio a Dio, purchè porto a casa la vita mia!” ad Albidona il 29 settembre, il giorno di San Michele Arcangelo, a piedi sono arrivato. Pieno di pidocchi e vestiti lacerati e davanti a San Michele Arcangelo mi sono inginocchiato. Tutti i santi ho ringraziato e al grande Badoglio ho pensato, che con l’armistizio dell’otto settembre a me la vita mi ha salvato. Un ringraziamento va al sindaco Mariano Bianchi e al vice sindaco dottore Mandaglio e a tutti i suoi collaboratori che lavorano con tanto impegno e tanto amore. un ringraziamento va all’autorità ecclesiastica e a tutta la forza pubblica e a tutti i presenti. Un ringraziamento e un apprezzamento va al Signor Francesco Chiaromonte che ha fatto incorniciare di porcellana le fotografie a tutti quelli che hanno dato la vita per la Patria e resteranno esposte al monumento, che vanno ricordati e non vanno mai dimenticati. Vi saluto e vi abbraccio e sono il nuovo Presidente dei Reduci e Combattenti Lofrano Michele che risiede a Trebisacce.
Michele Lofrano
Trebisacce
Oggi è il 4 novembre 2008. E’ l’anniversario della guerra del 1915-18 con il trionfo e tanta gloria.E’ la giornata della grande vittoria. I nostri soldati hanno combattuto pieni di pidocchi e vestiti lacerati con la bandiera in mano. La nostra bandiera italiana la bandiera tricolore ha fatto furore ricca di trionfi e di onori. Il Re Vittorio Emanuele III ha subito un grande dolore per la ritirata di Caporetto che migliaia di militari sono morti. Il Piave mormorò tinto di rosso scendeva il sangue dei nostri soldati, le famiglie piangevano a casa disperate. Io come nuovo Presidente dei Reduci e Combattenti, l’assemblea ha votato me che io sono un reduce della guerra del ’43 e lo faccio con tenacia e amor di patria e ne sono fiero. Io la prima cosa da fare per la mia iniziativa di fare il monumento ad Alfredo Lutri che ha dato onore e dignità alla nostra città, insieme al sindaco Mariano Bianchi e al vice sindaco Graziano Mandaglio ed altri. Io vi voglio raccontare un pezzo di storia della guerra del ’43 che non tutti la sanno. Io non avevo ancora 18 anni, mi arrivò la cartolina di precetto per la cavalleria di Bagnoli, mi hanno assegnato un cavallo baio. Gli anglo-americani venivano a borbandare la siderurgica di Napoli, noi per fortuna abbiamo scoperto una caverna dei briganti e quando suonava la sirena tutti in quella caverna. Io sono stato ferito al fianco e gridavo disperato ma nessuno di me aveva ‘pietate’. Nella caverna lo spostamento d’aria a capa meja m’è fatta vitrogne, vitrogne. Io mi ero ridotto come una carogna e gridavo: “com’è duro, com’è duro questo maledetto muro!”. E’ durato fino all’otto settembre quando il grande Maresciallo d’Italia Pietro Badoglio fece l’ armistizio siamo rimasti allo sbando senza padroni e senza comandanti. Io e i miei compagni siamo andati nella scuderia, ci siamo presi i nostri cavalli. Io avevo in consegna il mio baio. Ci siamo messi a cavallo per venire a casa, che treni non esistevano, erano distrutte ferrovie, strade e i ponti sino alla Madonna di Pompei. Là c’era un posto di blocco dei tedeschi e ci siamo detti:”Qui si fa la vita o si muore!- i tedeschi ci portano nelle fosse ‘ardeatine’ e ci seppelliscono vivi!”, eravamo alla disperazione alzammo gli occhi al cielo e Dio ci illuminò la mente di andare nelle masserie per chiedere i vestiti da donna e ci hanno accolti come figli ci hanno suggerito di portare un paniere di fichi, uno di pere e uno di uva da regalare ai tedeschi. Ci siamo messi a cavallo vestiti da donna e eravamo così belle, così belle che i tedeschi ci hanno preso per contadinelle e ci hanno lasciati e i cavalli se li hanno pigliati e con questo stratagemma i tedeschi per ‘fiss a mi pigliati’, ma da Dio siamo stati miracolati. La notte dormivamo nelle gallerie e il giorno camminavamo ferrovie, ferrovie. Mentre camminavo io cadij, alzavo gli occhi in cielo e dicevo:” questi sono fioretti che faccio a Dio, purchè porto a casa la vita mia!” ad Albidona il 29 settembre, il giorno di San Michele Arcangelo, a piedi sono arrivato. Pieno di pidocchi e vestiti lacerati e davanti a San Michele Arcangelo mi sono inginocchiato. Tutti i santi ho ringraziato e al grande Badoglio ho pensato, che con l’armistizio dell’otto settembre a me la vita mi ha salvato. Un ringraziamento va al sindaco Mariano Bianchi e al vice sindaco dottore Mandaglio e a tutti i suoi collaboratori che lavorano con tanto impegno e tanto amore. un ringraziamento va all’autorità ecclesiastica e a tutta la forza pubblica e a tutti i presenti. Un ringraziamento e un apprezzamento va al Signor Francesco Chiaromonte che ha fatto incorniciare di porcellana le fotografie a tutti quelli che hanno dato la vita per la Patria e resteranno esposte al monumento, che vanno ricordati e non vanno mai dimenticati. Vi saluto e vi abbraccio e sono il nuovo Presidente dei Reduci e Combattenti Lofrano Michele che risiede a Trebisacce.
Michele Lofrano
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